Elettrostimolatore: cos’è e perché è utile per l’allenamento

È una moda che fa molto anni Ottanta quella di usare un elettrostimolatore per migliorare la resa muscolare, e più nello specifico la massa e il trofismo dei muscoli. Eppure c’è chi lo considera ancora un valido strumento da utilizzare in allenamento e per molte funzioni diverse.

 

Come funziona e perché usare un elettrostimolatore in allenamento

Senza la necessità di scendere nei particolari, vale la pena innanzitutto provare a capire come funziona un elettrostimolatore: da intendersi come macchinario medicale, è in grado di creare una contrazione muscolare in maniera non volontaria, semplicemente attraverso degli impulsi elettrici trasferiti tramite delle placche. Sono stati fatti nel tempo numerosi esperimenti riguardo alla tipologia di fibre muscolari attivate dall’uso di strumenti di questo tipo, alla tensione muscolare massima ottenibile e alle principali differenze rispetto a quanto avviene con una stimolazione “naturale” e volontaria. I risultati sono interessanti e hanno mostrato, soprattutto, l’utilità di utilizzare l’elettrostimolatore su un muscolo già contratto, quello dell’atleta allenato per esempio, in  modo che, attivando le fibre residue, la sollecitazione elettrica permetta di sperimentare una stimolo sovra-massimale.

 

Più in generale comunque, e nonostante i dubbi e le controversie che esistono rispetto all’impiego di macchinari come questi, l’elettrostimolatore è utilizzato oggi principalmente in quattro funzioni.

  • Massimizzare la forza: come si accennava, uno degli impieghi più interessanti è quello legato al reclutamento delle fibre muscolari residue che potrebbe, appunto, massimizzare forza e resistenza muscolare dell’atleta. In altre parole? Chi creda che da solo l’elettrostimolatore riesca a simulare l’allenamento e a garantire risultati eccellenti, sbaglia.
  • Recuperare gli infortuni: secondo alcuni professionisti, se utilizzato immediatamente nella fase post-lesione potrebbe evitare l’ipotrofia, permettendo di ridurre i tempi di ripresa per un atleta professionista. Si tratta, infatti, di assicurare al muscolo un seppur minimo reclutamento di fibre anche quando il dolore e l’eventuale infiammazione rendono impossibile quello volontario.
  • Ridurre il dolore cronico: ci sono studi, per lo più sperimentali, che confermerebbero l’utilità di macchinari simili anche nella terapia del dolore.

Va ricordato, certo, che un elettrostimolatore non andrebbe in ogni caso utilizzato senza il parere di un esperto e senza aver scelto la tipologia che fa più al caso proprio.