Impianto dentale: una guida essenziale e qualche mito da sfatare

Il tuo dentista di fiducia ti ha proposto la realizzazione di un impianto endosseo osteointegrato? Un po’ di confusione davanti a un’ipotesi terapeutica di questo tipo è del tutto normale, anche in considerazione dei tecnicismi con cui è in genere presentata ma, proprio perché – e se – è un medico di fiducia faresti bene a seguire il suo consiglio, non prima di esserti informato a dovere su che tipo di operazione si tratta, che vantaggi e che rischi comporta, quali sono i prezzi. Quello che proveremo a fare di seguito è proprio chiarire i principali dubbi a riguardo.

Tutto (o quasi) quello che c’è da sapere su un impianto dentale osteointegrato

A partire da cosa non è un impianto dentale. Spesso, infatti, questo tipo di intervento è confuso con l’applicazione di un ponte dentale: sebbene lo scopo sia lo stesso, ossia andare a riempire uno spazio vuoto in bocca lasciato dalla caduta o dall’estrazione di alcuni denti, le tecniche sono completamente diverse e mentre il ponte può essere considerato una sorta di protesi dentale, l’impianto osteointegrato consiste, semplificando molto, nel fissaggio di una vite endossea che simula la radice del dente e, solo dopo, di una protesi dentale che è come se fosse la faccetta del dente. Per realizzare un impianto dentale, insomma, sia l’ossatura della bocca e sia le gengive devono essere in buona salute: è questa la ragione per cui non sempre questo tipo di intervento è quello proposto al paziente di uno studio dentistico, ci sono situazioni in cui l’unica alternativa praticabile è quella del ponte. In entrambi i casi comunque, se li si è avuti consigliati, sarebbe opportuno non sottrarsi a interventi di questo tipo: un ponte o un impianto osteointegrato, infatti, hanno benefici ben più funzionali del riempire un gap dentale, che già da solo comunque potrebbe creare imbarazzo nella persona e in qualche caso limitare molto la sua vita sociale o relazionale. L’impianto dentale migliora la masticazione, con benefici su tutto il processo di digestione; può aiutare a migliorare problemi di postura, anche degenerati in forma cronica ed è utile anche nel caso in cui la cattiva posizione dei denti alteri la funzione fonetica.

L’impianto dentale fa male? O compromette altri denti? E ci sono rischi di rigetto?: ci sono anche questi tra i principali dubbi rispetto a questo tipo di intervento. Il dolore potrebbe non riguardare tanto l’intervento in sé, che del resto è realizzato in anestesia locale o più raramente totale, quanto il decorso post-operatorio: nella maggior parte dei casi, però, dura poco e non è niente che non possa essere curato con dei comuni antidolorifici e antinfiammatori. Va da sé, invece, che non dovresti essere affatto preoccupato della possibilità che un impianto osteointegrato possa rovinare i tuoi altri denti naturali: anzi, se c’è un motivo per cui questo tipo di intervento è consigliato, è proprio preservare la dentatura restante, in un anziano per esempio. Quanto all’ipotesti di rigetto, infine, dovresti considerare che vite e protesi sono realizzati in materiali totalmente biocompatibili, dal momento che se così non fosse sarebbe impossibile proprio l’osteointegrazione, normalmente il titanio o la zirconia e quindi sicuri dal rischio rigetto.

Se quanto detto fin qua non fosse bastato a convincerti, tieni conto che un buon impianto dentale, se ben curato e mantenuto pulito, dura in vita almeno quindici anni, molto di più di altre soluzioni pure simili.