La bontà del pane ferrarese

Dal 2004 il pane ferrarese, prelibatezza romagnola, ha il marchio IGP, indicazione geografica protetta. E’ insomma un vanto per tutta la tradizione culinaria della regione. La sua storia antica è giunta fino a noi intrecciata, è proprio il caso di dirlo, alla sua bontà. Il Pane Ferrarese non è solo un impasto, ma un simbolo di identità della città di Ferrara. Venne offerto per la prima volta durante il Carnevale dell’anno 1536 al Duca d’Este e sembra intendesse onorare la moglie, Lucrezia Borgia, riproducendo i suoi bellissimi boccoli dorati. La forma tuttavia è cambiata spesso, nel tempo. Non la bontà originaria, però, che non si discute! Viene anche chiamato “la Coppia” o “la Coppietta” perché nella sua forma attuale ricorda, con molta fantasia, due profili che si baciano!

Il segreto del pane ferrarese

Per preparare il pane ferrarese, che oggi ha appunto la strana forma di una stella (due cornetti uniti per la parte centrale) o di due profili che “si baciano”, servono: farina di grano tenero, strutto, acqua di buona qualità, olio extravergine di oliva, sale, malto. Ma il segreto perché venga come tradizione vuole, ovvero croccante in punta e morbidissimo dentro, al centro, è la pasta madre.

Per un buon pane ferrarese occorre curare dell’ottimo lievito madre da cui ricavare la pasta genuina e sana. Questa andrà sottoposta a un complicato lavoro di impasto, riposo, forma e cottura che richiederà diverse ore. La fragranza però sarà ottima e per questo è bene consumarlo sempre entro le prime 24 ore dall’acquisto.

Come utilizzarlo in tavola

Se lo consumate fresco potrete gustarlo anche da solo, semplice, a morsi. Il consiglio è abbinarlo a olio, sale e poche spezie per unire un insieme di sapori autentici e ottimi. Ma “la morte sua” è sicuramente con le zuppe, le minestre e il brodo. Servirà da accompagnamento per i minestroni e – quando diventa duro – può essere sbriciolato nelle zuppe o nel brodo.

Ottimo l’uso del pane ferrarese anche con i salumi che esaltano il gusto romagnolo. Ma provatelo anche con il pesce e i suoi intingoli, magari in un locale lungo la costa riminese o sulle sponde del fiume.