Tra i vari piatti che vengono serviti durante la cena della vigilia di Natale, è tradizione potare in tavola il capitone, è una pietanza che non può assolutamente mancare in ogni famiglia napoletana, anche se l’usanza è diffusa un po’ in tutte le regioni del Sud d’Italia.
Il capitone è la femmina dell’anguilla, non solo ha la testa più grande rispetto al maschio, ma è anche più lungo e grosso, può raggiungere anche un metro e mezzo di lunghezza ed un peso di 6 chili.
Nella cabala napoletana ha il numero 32, ma il motivo principale per cui bisogna mangiarlo è soprattutto legato alla superstizione popolare ed in particolare alla sua somiglianza con il serpente.
Secondo la religione cristiana il serpente simboleggia il male, ovvero il diavolo che assunse questa sembianza per tentare Eva nel Paradiso Terrestre, affinché mangiasse il frutto proibito, condannando così tutta l’umanità alla morte.
A Natale si festeggia la nascita di Gesù, che con la sua morte ha rendendo gli uomini dai peccati, quindi mangiare il capitone significa mangiare il serpente e sconfiggere il male, non è solo un atto simbolico, ma anche una forma di buon auspicio per l’anno nuovo, per tutti coloro che lo degustano.
E’ molto importante che venga acquistato il 23 dicembre, portato vivo a casa ed ucciso solo da una donna, che con questo gesto interpreta la Madonna, che schiaccia con il piede il male.
Una spiegazione più pratica del perché si mangi il capitone, potrebbe essere che questo è un pesce particolarmente grasso, nella stagione invernale diventava il piatto ideale per fare il pieno di energie, specialmente tra la popolazione più povera, che non aveva accesso a molti alimenti.